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Pro e contro della Native AdvertisingChi sta nel Web Marketing conosce già il fenomeno ma ormai il trend è così dilagante che quasi tutti almeno una volta ci siamo imbattuti in questa esperienza. Si tratta della Native Advertising, il nuovo modo di fare pubblicità sul web. Non basta sapere a grandi linee cos’è. Dovete andare più a fondo, magari soppesando i pro e i contro della Native Advertising. Se già la state utilizzando, se state valutando di farlo a breve, se siete un utente e volete “conoscere il nemico”, ecco qualche breve ma intensa riga sui pro e i contro della Native Advertising.

Native Advertising? È sulla bocca di tutti. Le statistiche indicano la sua continua ascesa tanto che si prevede che 8,8 miliardi di dollari saranno spesi nel 2018 in questa nuova tecnica di comunicazione. Il 53% degli utenti afferma che preferiscono la Native Advertising rispetto al banner pubblicitario e il 18% di loro manifesta intenzione di acquisto. Quali sono i pro e i contro? 

– Pro della Native Advertising
In generale un contenuto viene valutato per la sua utilità e la questione non fa eccezione in questo caso. È vero che si tratta di uno spazio sponsorizzato che ha come fine ultimo una vostra azione ma è anche vero che, se ben realizzato, non è mal visto dagli utenti. Qua entra in gioco la bravura di chi realizza la Native Advertising. Se il prodotto ha veramente un valore aggiunto e lo si espone senza trappole, l’utente sarà ben felice di avere determinate informazioni. Immaginate una compagnia aerea che realmente ha una promozione sui voli o un’azienda di lenti a contatto che sono superiori alla media. L’unico criterio richiesto per avere vantaggi dalla campagna è essere pertinenti e mai mendaci;

– Contro della Native Advertising
Meno del 20% delle persone riconosce un annuncio Native Advertising dal resto. Purtroppo gli utenti sono distratti e le spese le fa l’azienda. Quando, infatti, si capisce che è uno spazio sponsorizzato, spesso, si viene criticati se non apertamente osteggiati. Bisogna mettere in conto che ci sarà una parte di clienti che si sentirà “tradita” da questa comunicazione e che probabilmente si perderà defintivamente.

Published On: lunedì, 28 Marzo 2016 / Categories: Consulenza Digital /

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