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Il growth hacking è uno dei processi di cui si parla di più negli ultimi anni. Nonostante se ne parli moltissimo, sono ancora in pochi a sapere esattamente cosa sia: c’è ancora molta confusione rispetto a questa metodologia e, soprattutto, sul suo campo di applicazione in azienda.
Inizio col dire che, quando si parla di growth hacking e definizioni, la migliore che possiamo dare è quella coniata dal suo stesso “inventore”, Sean Ellis:
“Il growth hacking è un processo di rapida sperimentazione attraverso una serie di canali di marketing per individuare i modi più efficaci per far crescere un business”.
In pratica, si tratta di un framework in cui, testando e analizzando i risultati, si cercano soluzioni efficaci per raggiungere una serie di obiettivi, come ad esempio il miglioramento delle performance delle campagne.
In questa guida faremo un po’ di ordine per raccontarti come nasce questo approccio, perché è utile e come puoi integrarlo in azienda.
Iniziamo subito.
- Cos’è il growth hacking e perché è diverso dal marketing tradizionale?
- Da quando il growth hacking ha iniziato a diventare popolare? (e perché non basta)
- Growth hacking framework: come funziona?
- #1 – Stabilisci i tuoi obiettivi
- #2 – Crea idee
- #3 – Fai test
- #4 – Analizza i risultati
- Fai crescere il tuo business con Comon
Cos’è il growth hacking e perché è diverso dal marketing tradizionale?
Il growth hacking è una strategia che si basa sulla crescita rapida, sostenibile e spesso esponenziale di un progetto. Nata in un contesto di startup, il growth hacking si differenzia dalle strategie di marketing “tradizionali”, perché:
- Utilizza metodi meno “convenzionali”. Il growth hacking sfrutta approcci meno comuni per far crescere un progetto. Ad esempio, in questa metodologia sono primari l’analisi dei dati, gli A/B test e i processi di ottimizzazione, oltre alle strategie di marketing a basso costo come i contenuti virali
- Mette al centro la sperimentazione continua. Attraverso cicli di test, come i test A/B di cui parlavo, il growth hacking punta a trovare il più velocemente possibile gli strumenti più utili da integrare in un progetto (e quelli da eliminare)
- Punta sulla flessibilità. La metodologia growth nasce proprio per le startup, andando incontro alle esigenze di un’attività neocostituita, che vive dei cambiamenti velocissimi. Ecco perché la strategia è flessibile e agile
Potremmo dire che tutta la filosofia growth gira attorno a questo assunto: massimizzare l’impatto e minimizzare i costi. Una precisazione: il termine “hacking” qui non si riferisce a qualcosa di poco etico (o peggio, di illegale), ma all’utilizzo non convenzionale delle risorse disponibili per avere una crescita rapida.
Da quando il growth hacking ha iniziato a diventare popolare?
Come ti accennavo, il concetto di growth hacking è relativamente nuovo ed è nato qualche anno fa, nella Silicon Valley, nel mondo delle startup tecnologiche all’inizio degli anni 2010. A coniare il termine è stato Sean Ellis, imprenditore e consulente di startup. In quei tempi, Ellis cercava un modo per descrivere un approccio alla crescita diverso dalle tradizionali strategie di marketing, con tecniche innovative orientate alla scalabilità del business.
Proprio per rappresentare questa idea, Ellis ha definito un “growth hacker” come una persona il cui vero nord è la crescita. Questo ribadisce il ruolo del growth hacker: utilizzare qualsiasi mezzo necessario per aiutare le startup a crescere rapidamente e in modo efficiente e sostenibile, anche con poche risorse.
Growth hacking framework: come funziona?
Per definizione, il growth hacking non è “universale”: ogni azienda deve trovare il suo modo per crescere, sfruttando strumenti che si adattano alle sue esigenze. Ci sono, però, alcuni passaggi che accomunano la maggior parte delle strategie di growth hacking:
- Stabilisci i tuoi obiettivi
- Crea idee
- Fai test
- Analizza i risultati
Questi step sono alla base di questo approccio che, come ti dicevo, sfrutta i dati e i test per trovare soluzioni meno convenzionali per raggiungere obiettivi di business. Vediamo come si concretizzano nella pratica.
#1 – Stabilisci i tuoi obiettivi
Come in qualunque strategia di marketing, la prima cosa da fare è stabilire i tuoi obiettivi. Per essere davvero chiari, questi obiettivi devono essere specifici, realistici e allineati con la visione complessiva dell’azienda.
Qualche esempio? Potresti avere come obiettivo il miglioramento dei tuoi tassi di conversione, oppure l’aumento del numero di lead o, ancora, l’incremento dell’engagement medio dei tuoi canali social. Ovviamente, possono convivere anche più obiettivi nella stessa strategia: l’importante è che tu sappia quali sono e cosa pensi di ottenere lavorando sul tuo progetto in ottica growth.
COSA FARE?
- Crea obiettivi SMART. Il modo migliore per avere obiettivi ben definiti è rispettare l’acronimo SMART: Specifici, Misurabili, Raggiungibili, Rilevanti e Temporizzati. Ad esempio, non dire “voglio aumentare il numero di lead”, ma imposta come obiettivo l’aumento del numero di lead del 20% entro i prossimi 6 mesi
- Trova dei KPI da monitorare. Per sapere se la tua strategia sta funzionando, devi sapere quali indicatori monitorare. Trova i KPI da controllare, più rilevanti in base ai tuoi obiettivi. Tornando all’esempio di prima, le metriche potrebbero essere il costo di acquisizione cliente (CAC), il tasso di conversione o il CTR
- Usa strumenti di analisi dei dati. Il growth hacking si basa sulla misurazione continua. Inizia a misurare già in fase di setup degli obiettivi, scegliendo già le piattaforme che utilizzerai, prima fra tutte Google Analytics per analizzare il tuo sito

Fonte: BiteSize Learning
#2 – Crea idee
La fase più creativa del processo di growth hacking riguarda la generazione di nuove idee. Ovviamente, lo strumento più funzionale è il brainstorming, sia da solo, sia con il tuo team.
L’obiettivo è avere a disposizione un numero di idee molto alto, dalle più convenzionali alle più “particolari” , da testare e validare.
COSA FARE?
- Fai brainstorming e metti le idee nero su bianco. Pianifica riunioni di brainstorming e metti per iscritto le tue idee. Un ottimo strumento sono le mappe mentali, da utilizzare per racchiudere le tue idee e gli spunti emersi in riunione
- Analizza i competitor (e non solo). Per trovare nuove idee, inizia a guardare cosa fanno in competitor e quali sono le tendenze attuali nel tuo settore, in Italia e soprattutto all’estero. Guarda anche quello che fanno altre aziende in settori completamente diversi: spesso è la “contaminazione” a generare le idee migliori!
- Coinvolgi i tuoi clienti. La co-creazione è un altro dei pilastri della filosofia growth: sfrutta sondaggi, questionari e le recensioni dei tuoi clienti per raccogliere anche le loro idee
#3 – Fai test
Il growth hacking somiglia, ad un certo senso, al metodo scientifico: dovrai testare sul campo ogni idea per capire se investirci sopra o se accantonarla, in base ai dati che emergeranno.
L’obiettivo dei test, quindi, è raccogliere dati che possano guidare le tue decisioni, minimizzando il rischio e ottimizzando l’allocazione delle risorse.
COSA FARE?
- Fai test A/B. Fai delle prove mettendo a confronto due diverse variabili, per capire quale approccio performa meglio. Scegli l’approccio migliore solamente dopo aver valutato i dati ottenuti
- Definisci le risorse che ti serviranno. Pianifica i tuoi investimenti in termini di tempo, risorse e denaro per poter gestire questa fase di test. In questo modo potrai controllare meglio tutti i fattori legati ai tuoi test
- Crea contenuti e risorse. Crea tutto ciò che ti servirà per lanciare le tue campagne di test. Ad esempio, se stai pensando di lanciare delle campagne social su Meta per testare un nuovo prodotto, produci i testi necessari per attivare le campagne, i video promozionali, le grafiche. Produci più versioni del materiale, così da poter fare più test.
#4 – Analizza i risultati
Dopo aver fato i tuoi test, lo step successivo è l’analisi dei risultati. Questa fase è fondamentale per capire se le tue strategie hanno funzionato e prendere decisioni consapevoli sui prossimi investimenti.
COME FARE?
- Usa tool di analisi dei dati. Aiutati con degli strumenti che sappiano valutare l’andamento della tua strategia. Ad esempio, per i dati del sito web, puoi usare Google Analytics. Per i dati delle campagne adv, puoi usare quelli che ti verranno forniti dalle piattaforme stesse (ad esempio, Meta e Google)
- Confronta i risultati con gli obiettivi. Misura i risultati dei test confrontandoli con gli obiettivi di crescita che avevi stabilito. Questo ti aiuterà a capire se le strategie implementate ti stanno effettivamente portando nella direzione che avevi definito nella fase 1 di questo processo
- Pensa ai prossimi step. In base ai dati che hai a disposizione, inizia a pianificare i prossimi step. Se i dati sono troppo poco rilevanti, torna invece alla fase di test e continua ad estrarre dati utili su cui basare le tue decisioni
A questo punto, integra nella tua strategia tutte le idee che hanno funzionato meglio, scarta quelle che non hanno performato e…riattiva questo ciclo.
Fai crescere il tuo business con Comon
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