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CPC, CTR, DM, PPC: tutti questi acronimi ti mandano in confusione? In realtà, è del tutto normale: ci sono tante parole associate al social media marketing, spesso sconosciute a chi non è un “addetto ai lavori”, ma che nascondono significati importanti per capire se le tue strategie stanno funzionando.
Per questo motivo, abbiamo creato questo glossario social media marketing con le 15 parole chiave, termini e frasi più comuni in questo settore, per aiutarti a capire meglio il “linguaggio” del digital marketing e cosa si nasconde dietro ad acronimi e terminologie particolari. Iniziamo subito.
- #1 – Algoritmo
- #2 – Engagement
- #3 – Reach
- #4 – Impression
- #5 – Hashtag
- #6 – A/B test
- #7 – Click-Through Rate (CTR)
- #8 – User-Generated Content (UGC)
- #9 – Call to Action (CTA)
- #10 – Cost Per Click (CPC)
- #11 – Direct Message (DM)
- #12 – Brand awareness
- #13 – Conversion Rate (CR)
- #14 – Social proof
- #15 – Buyer persona
- Vuoi migliorare la tua comunicazione social?
#1 – Algoritmo
Un algoritmo è un insieme di regole e “istruzioni” che i social media utilizzano per determinare quali contenuti mostrare agli utenti. Ogni piattaforma ha il proprio algoritmo, che può basarsi su fattori diversi per dare visibilità ad un contenuto, come l’interazione con i post, la frequenza di pubblicazione e la qualità del contenuto stesso.
Ovviamente, gli algoritmi non sono “cristallizzati” nel tempo, ma cambiano con le evoluzioni della piattaforma e dell’ecosistema generale di quel social media. Ad esempio, l’algoritmo iniziale di Facebook è molto diverso da quello che c’è oggi: inizialmente, la piattaforma tendeva a “premiare” i contenuti organici molto più facilmente, mentre oggi i fattori di visibilità sono molto cambiati, a vantaggio dell’advertising.
Comprendere come funziona l’algoritmo di una piattaforma è utile per te se vuoi ottimizzare la visibilità dei tuoi contenuti e raggiungere un pubblico più ampio.
#2 – Engagement
Tra gli anglicismi dei social più famosi, troviamo la parola engagement. L’engagement fa riferimento al livello di interazione del pubblico con i tuoi contenuti sui social media.
Per capire quanto il pubblico interagisce con i tuoi contenuti, si calcola l’Engagement Rate, che misura il rapporto tra le interazioni (come likes, commenti, condivisioni) e il numero totale di visualizzazioni o follower. Se l’engagement è alto, vuol dire che i tuoi contenuti sono considerati interessanti e, appunto “ingaggianti” dal tuo pubblico. Lavorare sull’engagement (e, di conseguenza, sulla qualità e l’interazione con tuoi contenuti) può aiutarti ad aumentare la visibilità del tuo brand e costruire una community fedele.
#3 – Reach
La reach rappresenta il numero totale di persone che hanno visto i tuoi contenuti sui social media. Può essere di due tipologie:
- Organica, ovvero legata alle visualizzazioni naturali dei tuoi post
- A pagamento, ossia ottenuta tramite pubblicità.
Aumentare la reach è utile per espandere il tuo pubblico e aumentare la consapevolezza del brand. Un concetto associato spesso alla reach è quello di impression, di cui parleremo nel prossimo paragrafo.
#4 – Impression
Tra le parole tipiche del linguaggio di internet c’è anche la parola impression. Le impression rappresentano il numero totale di volte in cui i tuoi contenuti sono stati visualizzati sui social media. A differenza della reach, che conta il numero di utenti unici che vedono il tuo contenuto, le impression tengono conto di tutte le visualizzazioni, anche se un singolo utente vede il contenuto più volte.
Questo significa concretamente che se un post viene visto dieci volte dalla stessa persona, conta come dieci impression, ma solo una reach.
#5 – Hashtag
Molto diffusi nel linguaggio dei social sono gli hashtag, diventati ormai un “simbolo” del glossario Facebook e Instagram in particolare. Si tratta di parole o frasi precedute dal simbolo # e sono utilizzati per “categorizzare” i contenuti sui social media.
Servono a rendere i tuoi post più facilmente “ricercabili” dagli utenti interessati a un determinato argomento. Ad esempio, se vendi prodotti per capelli e vuoi farti intercettare da potenziali clienti, può essere interessante per te puntare ad un set di hashtag attinenti al tuo settore, come ad esempio #parrucchierearoma, #acconciaturedonna e così via.
Utilizzare hashtag pertinenti può aumentare la visibilità dei tuoi contenuti, permettendoti di raggiungere un pubblico più ampio e di nicchia. Ci sono delle strategie ad hoc per scegliere gli hashtag giusti, di cui parliamo qui.
#6 – A/B Test
Altra parola molto comune nel mondo social, specie quando parliamo di advertising, è A/B Test. L’A/B test è una tecnica di test utilizzata per confrontare due versioni di un contenuto o di una campagna per capire quale performa meglio.
Ad esempio, puoi testare due varianti di un annuncio pubblicitario cambiando solo un elemento, come il titolo o l’immagine, per vedere quale genera più clic o conversioni. Gli A/B test sono utili per ottimizzare le tue strategie di marketing basate su dati concreti, migliorando così l’efficacia delle tue campagne.
Attenzione: variare più di un elemento rischia di falsare la bontà del tuo A/B test, è per questa ragione che è fondamentale condurre A/B testing variando solo un elemento fra copy, visual, CTA ecc.
#7 – Click-Through Rate (CTR)
Continuiamo il nostro glossario web con uno degli acronimi più diffusi (e fraintesi) di sempre: il Click-Through Rate (CTR). Si tratta di una metrica che misura la percentuale di utenti che cliccano su un link rispetto al numero totale di utenti che hanno visualizzato l’annuncio o il post.
Per calcolare il CTR, dovrai semplicemente dividere il numero di clic per il numero di impression e moltiplicare il risultato per 100. In questo caso, un CTR elevato indica che il tuo contenuto è rilevante e coinvolgente per il pubblico, portandolo a intraprendere l’azione desiderata. Lavorare sul CTR è fondamentale per migliorare l’efficacia delle tue campagne pubblicitarie e aumentare il traffico verso il tuo sito web o landing page, “convincendo” le persone a cliccare. Puoi farlo conducendo, ad esempio, degli A/B test!
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#8 – User-Generated Content (UGC)
Un altro acronimo famoso è UGC, che sta per User-Generated Content. L’UGC si riferisce a qualsiasi tipo di contenuto, come foto, video, recensioni e post, creato dagli utenti invece che dal brand stesso. Questo tipo di contenuto è estremamente utile per la credibilità e la reputazione del tuo brand, perché viene percepito dai tuoi clienti come autentico e genuino e non come mera pubblicità.
L’UGC è ampiamente utilizzato per promuovere nuovi brand sui social media, per migliorare l’engagement e dare una prova concreta e tangibile del valore del prodotto o servizio offerto, ad esempio nel settore beauty, fashion o integratori.
#9 – Call to Action (CTA)
Una Call to Action (CTA) è un invito esplicito a compiere un’azione specifica. Le CTA sono determinanti nel marketing perché guidano l’utente verso il passo successivo, che può essere fare un acquisto, iscriversi a una newsletter, scaricare un ebook o qualsiasi altra azione che vorresti richiedere ad un potenziale cliente.
Una CTA efficace deve essere chiara, concisa e convincente, spesso accompagnata da un pulsante o un link che facilita l’azione. Per darti dei riferimenti, un esempio classico di CTA è “Scopri di più” o “Iscriviti ora”.
#10 – Cost Per Click (CPC)
Tra le parole dei social c’è anche il Cost Per Click (CPC), che si riferisce ad un modello di pagamento utilizzato nella pubblicità online, dove gli inserzionisti pagano ogni volta che un utente clicca sul loro annuncio.
Questo modello si utilizza in genere nelle campagne pubblicitarie su piattaforme come Google Ads e Meta. Il CPC è una metrica importante perché permette agli inserzionisti (e quindi, a chi fa campagne) di controllare i costi e misurare l’efficacia delle loro campagne pubblicitarie. In genere:
- Se il CPC è basso, la campagna ben ottimizzata
- Se il CPC è alto, dovresti rivedere la rilevanza per il tuo target o la qualità dei tuoi annunci
Naturalmente, un CPC è considerato basso o alto a seconda del ROI necessario a rendere sostenibile il tuo investimento sui media digitali. Anche a parità di settore, due inserzionisti diversi possono considerare sostenibile o meno un determinato CPC: è il combinato disposto di altre variabili in gioco come la marginalità, il numero di unità vendute, se si tratta di una prima acquisizione o di un riacquisto su uno shop online, la notorietà del brand e, naturalmente, la competitività del mercato di riferimento. Più la competizione è alta, maggiori saranno i CPC e, in generale, i payout media.
#11 – Direct Message (DM)
Come suggerisce la parola stessa, il Direct Message (DM) è un “messaggio privato”che può essere inviato da un utente all’altro (anche se business) su molte piattaforme di social media come Instagram, Twitter e Facebook. I DM permettono agli iscritti ad un social media di comunicare direttamente e privatamente, senza che i messaggi siano visibili pubblicamente.
Si tratta di una funzione molto utile per gestire interazioni più personali con i clienti, fare customer care, rispondere a domande specifiche o gestire collaborazioni con influencer e partner.
#12 – Brand awareness
Per brand awareness intendiamo il livello di conoscenza e riconoscimento del tuo brand da parte del pubblico. Aumentare la brand awareness ti servirà per costruire una base di clienti fedele e attrarre nuovi clienti.
Per essere maggiormente riconosciuto online, puoi lavorare attraverso campagne di marketing mirate e unendo la creazione di contenuti di valore. Il beneficio principale? Quando il tuo brand è noto e memorabile, è più probabile che i consumatori lo scelgano rispetto ai concorrenti.
#13 – Conversion Rate (CR)
Il Conversion Rate è la percentuale di utenti che compiono un’azione desiderata rispetto al totale di quelli che hanno interagito con il tuo contenuto o sito web. Questa azione può essere un acquisto, un’iscrizione a una newsletter o la compilazione di un form.
Puoi calcolare il tuo CR medio con una semplice operazione, dividendo il numero di conversioni per il numero totale di visitatori e moltiplicando per 100. Un alto tasso di conversione ci suggerisce che le tue campagne sono efficaci nel persuadere gli utenti a intraprendere l’azione desiderata.
#14 – Social proof
Un altro concetto molto interessante nel mondo del marketing è la cosiddetta riprova social o social proof. Questo concetto è stato approfondito in uno dei libri più famosi sulla persuasione, scritto da Robert Cialdini: Le armi della persuasione. Tra queste armi, c’è proprio la riprova sociale, ovvero un fenomeno psicologico dove le persone tendono a seguire le azioni e le opinioni degli altri.
Rapportando questo concetto al mondo del marketing, si riferisce all’uso di testimonianze in stile UGC / influencer (vedi punto 8), recensioni, numeri di follower e altri indicatori “sociali” per convincere potenziali clienti del valore del tuo prodotto o servizio. La social proof aiuta a costruire fiducia e credibilità, dimostrando che altre persone hanno avuto esperienze positive con il tuo brand e, quindi, eliminando possibili “frizioni” all’acquisto.
#15 – Buyer persona
Concludiamo il nostro elenco con un’altra delle parole più comuni nel lessico social: buyer persona. La Buyer Persona è una rappresentazione del tuo cliente ideale, che si basa su dati demografici, comportamentali e psicografici. In altre parole, si tratta di un vero e proprio “identikit” del tuo cliente-tipo, che ti servirà per comprendere meglio le esigenze, le motivazioni e i comportamenti del tuo pubblico.
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