Condividi sui tuoi social!
Fino a pochi anni fa, il marketing funzionava in modo estremamente più semplice e lineare rispetto ad oggi: le aziende acquistavano spazi pubblicitari, lanciavano campagne e aspettavano che il pubblico reagisse (in positivo, comprando il prodotto, o in negativo, non comprandolo). Oggi, quel mondo ha subito una profonda trasformazione.
Le persone (e quindi, anche i tuoi clienti) sono sempre più “allenate” alle pubblicità e sempre più assuefatte: non vogliono vedere promozione, ma vogliono ascoltare storie, partecipare alle conversazioni e seguire brand che creano valore.
E chi sa farlo meglio? I creator, che sono capaci di parlare efficacemente con la Gen Z, i Millennials e la Gen X.
Pensaci un attimo: oggi persone appartenenti a generazioni diverse e con età trasversali, passano ore a guardare video su YouTube, a leggere newsletter, a commentare post di esperti su LinkedIn o a seguire podcast di settore. E le aziende che continuano a comunicare come 10 anni fa stanno perdendo tante opportunità. E più di tutto, il legame con la loro audience.
I grandi brand lo hanno già capito. Tanto per citarne uno, Tesla non fa spot in TV, ma crea hype attraverso la sua community. Le aziende di successo stanno entrando nella creator economy.
Cos’è la creator economy?
Prima di parlare di definizioni, voglio darti un dato: sapevi che, secondo una statistica, Il 31% di chi utilizza i social media scopre nuovi prodotti tramite gli influencer? In altre parole, 1 cliente su 3 potrebbe aver scoperto il tuo brand grazie ad un creator.
La creator economy è un ecosistema in cui creator con una community alle spalle (ovvero, followers) e aziende creano valore. Da una parte, i creator raccontano i prodotti o servizi alla loro audience; dall’altra le aziende ampliano il loro bacino di utenza, intercettando nuovi possibili clienti all’interno delle community dei creator.
Pensa che, secondo le stime, tra il 2023 e il 2030 l’economia dei creator crescerà da 127,65 miliardi di dollari a 528,39 miliardi di dollari, con un CAGR del 22,5%.
Oggi, chiunque può costruire un pubblico e monetizzarlo direttamente: basta un canale YouTube, una newsletter, un podcast o un profilo social ben gestito. Il fatto che sia più accessibile, però, non vuol dire che sia semplice: dietro al lavoro di un creator ci sono idee, progetti, studio, ricerca.
I vantaggi della creator economy per le aziende
Se pensi che la creator economy sia solo per influencer e YouTuber, stai perdendo una grande opportunità di farti notare sul mercato. Anche le aziende possono sfruttare questo modello per costruire relazioni più forti con il loro pubblico, differenziarsi dalla concorrenza e aumentare le vendite.
Partiamo da questo: oggi le persone non vogliono solo comprare un prodotto, vogliono sentirsi coinvolte nella storia del brand, capire i suoi valori, vedere come funziona “dietro le quinte”. Creare contenuti permette alla tua azienda di fare proprio questo: attrarre clienti in modo naturale, senza essere troppo “commerciale”.
I vantaggi della creator economy per le aziende sono principalmente di due tipi:
- Da un lato, la tua azienda può diventare creatrice di contenuti e rafforzare la sua identità di brand, la sua credibilità e riconoscibilità attraverso le storie;
- Dall’altra, può anche selezionare dei creator e fare in modo che contribuiscano a questo racconto, facendolo sembrare ancora più autentico e credibile.
Questa strategia porta con sé diversi benefici: minore dipendenza dalla pubblicità a pagamento, una maggiore autorevolezza nel settore grazie alla condivisione delle tue conoscenze e, ovviamente, una community fidelizzata.
A confermarlo sono le stesse aziende che fanno uso di content creator: il 60% di esse prevede di incrementare gli investimenti, il 22% ne conferma il perimetro, restano in pochi gli indecisi o i delusi.
Come iniziare a fare content marketing
Se vuoi entrare nella creator economy (e farlo da protagonista) ci sono alcuni passaggi indispensabili da rispettare. Vediamo insieme quali sono.
Definisci la tua voce e il tuo pubblico
Non può esistere contenuto di valore, se non è costruito e pensato per il pubblico che vuoi attrarre. Prima di iniziare, chiediti:
- Cosa rende unico il mio brand o la mia offerta commerciale?
- Quali valori voglio trasmettere? Quali problemi dei miei clienti risolvo con i miei prodotti e servizi?
- A chi sto parlando?
Capire chi è il tuo pubblico è fondamentale per creare contenuti davvero autentici, che possano raccontare molto della tua azienda e della tua offerta. Sono i problemi e i pain-points delle tue buyers personas a dettare l’agenda dei giusti contenuti da realizzare.
Scegli i formati giusti
Non tutti i contenuti funzionano allo stesso modo sui vari media. Devi capire quali formati si adattano meglio al tuo settore e ai tuoi obiettivi. In questo caso, c’è un concetto molto importante da capire: ci sono sempre più piattaforme in cui è possibile pubblicare contenuti e, di riflesso, sempre più ecosistemi disposti anche ad investire sui propri creator.
Pensa, ad esempio, a Spotify che ha iniziato come una piattaforma di streaming musicale, ma oggi sta investendo sempre di più nei video podcast, offrendo nuove opportunità di monetizzazione per i creator. Oppure a YouTube, che ha lanciato YouTube Shorts per competere con TikTok e incentivare la produzione di contenuti brevi e dinamici creando una sinergia unica e distintiva con le SERP di Google.

Fonte: https://offers.hubspot.com/social-media-trends-report
Il video è sicuramente il formato più in voga e utilizzato dai creators in questo momento. Ci sono diverse tipologie di video e ognuna ha una funzione diversa:
- Video tutorials, in cui il creator spiega come utilizzare un prodotto o servizio per trarne il massimo beneficio. Essendo un tutorial, è molto comune trovarlo su YouTube o in piattaforme che permettono di ospitare video lunghi;
- Recensioni, in cui il creator racconta la sua esperienza con l’azienda e con il prodotto o servizio. La recensione deve esaltare le caratteristiche del prodotto e far capire a chi guarda perché dovrebbe sceglierlo;
- Lancio di prodotto: si tratta di video in cui il creator annuncia il lancio di un nuovo prodotto sul mercato. Spesso il lancio è associato a condizioni d’acquisto vantaggiose (ad esempio, uno sconto) per spingere alla conversione;
- Dietro le quinte: ad esempio, un video che riguarda la produzione del prodotto e che racconta valori, metodi produttivi e filosofia del brand;
- Live webinar, ovvero video in diretta in cui trattare di diversi argomenti. Possono esserci webinar informativi, ma anche dimostrativi di usi e vantaggi del prodotto;
- Clips from events, ovvero video tratti dalla partecipazione del creator ad un evento dell’azienda.
CONSIGLIO EXTRA – Parti da un formato principale (blog, video, podcast) e poi adattalo per diversi canali, creando un ecosistema di contenuti che lavori in sinergia. In questo modo, potrai raggiungere più persone senza dover reinventare tutto da zero ogni volta.
Crea contenuti di valore
Se vuoi farti apprezzare dai tuoi clienti, non basteranno dei contenuti puramente autoreferenziali e di marketing. Al contrario, devi offrire qualcosa che il pubblico trovi utile o interessante. I contenuti di maggior successo rientrano in tre categorie:
- I contenuti educativi, dove “insegni” qualcosa alle persone che ti seguono. Possono essere guide, tutorial, consigli pratici;
- I contenuti di intrattenimento, che hanno l’obiettivo di creare empatia e di divertire chi guarda. Potresti mostrare il lato più umano della tua azienda, raccontare storie, mostrare il dietro le quinte;
- I contenuti ispirazionali, come i case study, le esperienze reali, la mission aziendale e tutto ciò che può motivare il tuo pubblico.
Come anticipato, il modo migliore per entrare tout court nella creator economy è coinvolgere anche dei creator, per rafforzare il tuo storytelling verso la loro follower base affinché diventi anche la tua community. Se vuoi capire come funziona la video content creation, leggi questa guida.
Interagisci con la tua audience
Un brand che comunica, ma non ascolta, è destinato a perdere credibilità agli occhi del pubblico. Rispondi ai commenti, avvia discussioni, fai domande, coinvolgi la tua community.
La creator economy nasce dalle persone, per le persone. Per questo, dovrai ascoltarle e creare contenuti capaci di attirare la loro attenzione, trasmettere valore e, quindi, fidelizzarli nel tempo.
Il futuro della creator economy: una “previsione”
Già da qualche anno, molti brand stanno diventando produttori e co-creatori di contenuti.
Pensiamo ad esempio a Intimissimi, che nel suo profilo Instagram ha una sezione “storie in evidenza” che si chiama “Girls”, in cui riprende tutti i contenuti prodotti da creator, influencer e testimonials.
Un tempo per farsi conoscere servivano i giornali, la TV o le radio. Oggi, grazie ai social media, alle newsletter e ai podcast, le aziende possono costruire un rapporto diretto con il proprio pubblico e senza intermediari.
Questa disintermediazione permette di ottimizzare gli investimenti pubblicitari, disponendo di maggiori dati di prima mano e misurando il ROI generato dai contenuti dei creators: oltre il 70% delle aziende ha già iniziato a farlo.
In considerazione della misurabilità e dei benefici sulla propria comunicazione, sempre più aziende compiono il grande passo e diventano vere e proprie “media company”.
Per compiere il passo, le aziende optano per nano (1.000-10.000 followers) e micro influencers (10.000-50.000 followers).
Le aziende con budget limitati possono massimizzare il ROI collaborando con nano e micro-influencer, ottenendo così una maggiore fiducia da parte del pubblico ed autenticità, senza sostenere gli elevati costi associati alle partnership con le celebrità.
Non è solo questione di budget, a pesare sono anche i legami più forti e personali con la propria follower base di cui sono dotati nano e micro-creators e si riflettono sull’Engagement Rate: 1,73% vs. lo 0,61% dei macro-influencers (500K-1M followers) e lo 0,68% dei mega-influencers (> 1M followers).
Se vuoi capire come iniziare il tuo percorso, integrare i contenuti nella tua strategia di marketing e coinvolgere i creator, rivolgiti a Comon.
Scopri di più: inizia da qui.